Manipolazioni vertebrali, ha senso la radiografia?

Ha senso consultare una radiografia prima e dopo le manipolazioni vertebrali?

Consultazione della radiografia prima delle manipolazioni vertebrali

radiografia manipolazioni vertebraliTi sarà certo capitato di vedere su internet video in cui il terapista consulta la radiografia e in base a quello che vede manipola la colonna vertebrale o il bacino, per avere poi un riscontro post-manipolazione. Di cosa si tratta? Serve a qualche cosa? Ci sono fondamenta scientifiche per operare in questa maniera.
Proviamo a rispondere a questa domanda: infatti, se per molti terapisti manuali è ovvio che le radiografie possono servire per valutare la presenza di controindicazioni alle manipolazioni vertebrali, molti sono confusi quando il loro utilizzo è orientato la scelta manipolativa.
L’utilizzo della RX è una pratica chiropratica che ha radici storiche ed è spesso legata ad alcune metodologie specifiche elaborate da professionisti che hanno dato poi il loro nome a quella metodologia di approccio clinico.

Ci sono delle fondamenta scientifiche in tutto questo?

No, non c’è alcuna base scientifica e, infatti, si tratta di pratiche storiche, entrate nella tradizione terapeutica in periodi in cui l’approccio alle evidenze scientifiche era poco sentito. Oggi non ha più senso consultare una radiografia prima della manipolazione, sia perchè eventuali anomalie radiografiche non sono certo meccanicamente correggibili a mezzo della manipolazione vertebrale, sia perchè le recenti ricerche hanno evidenziato come la risposta alla manipolazione non sia prioritariamente meccanica, bensì  abbia implicazione prettamente spinale e sovraspinale. In definitiva, non si tratta di “sbloccare” o riallineare le vertebre, piuttosto si tratta a mezzo di atto meccanico, la manipolazione, di stimolare una serie di risposte fisiologiche, spesso generalizzate, che implicano il rilascio di neurotrasmettitori e altre di molecole connesse alla regolazione del dolore e del sistema nervoso.

Cosa dobbiamo dire ai nostri pazienti circa le radiografie e la manipolazione vertebrale?

Spesso i video sopra citati confondono anche i nostri pazienti, che visionandoli su internet giungono in studio cona spettative errate. Occorre far loro comprendere che la clinica in manipolazione vertebrale negli ultimi anni si è molto evoluta e che questi video offrono un approccio privo di sostegno scientifico, e che le dimostrazioni tramite RX di “allineamenti” post-manipolatori  sono in realtà artefatte tramite metodologie di valutazione inesatte e BIAS metodologici.

Conclusioni

La radiografia pre e post manipolazione non è un mezzo adatto e attendibile per orientare la manipolazione vertebrale o per misurarne i risultati. La radiografia, e altre tipolgie di bioimmagini, possono essere invece di ausilio sotto direzione medica per valutare la presenza di patologie che rappresentano controindicazione alla manipolazione.

Articolo a cura di:
Fabio Perissinotti D.O., Osteopata & Spinal Manipulation Specialist [Lugano, CH]

Risorse video utili sull’argomento radiografie e manipolazioni vertebrali

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Manipolazioni vertebrali e torace rigido, cosa fare?

Come utlizzare le manipolazioni vertebrali quando il torace è rigido?

Attenzione alle manipolazioni vertebrali sul Web

Le manipolazioni vertebrali toraciche sono tecnicamente facili, eppure spesso presentano difficoltà di riuscita. Il rachide toracico dei pazienti è una delle zone più soggette ad una vera e propria “corazzatura”. Possiamo vedere su internet terapisti che spesso propongono la medesima routine, includendovi manipolazioni toraciche che entrano puntualmente e con una certa facilità. In realtà ti stanno nascondendo quello che c’è dietro, ovvero la selezione a priori del paziente o la deselezione a posteriori dei video non riusciti. La verità è che la percentuale di dorsi strutturati e che rifiutano la manipolazione non è inusuale.

Le cause della rigidità toracica e costale

Le cause dell’eccessiva rigidità possono essere molteplici e spesso si sommano tra loro. La muscolatura e le fasce paravertebrali possono essere implicate, così come la rigidità può essere intronseca a livello articolare soprastutto in relazione alle articolazioni costo-vertebrali elle cartilagini costo-sternali anteriori. Spesso il tutto è accompagnato da blocco respiratorio stressogeno e da congestione viscerale, con coinvolgimento della catena fasciale interna mediastinica.
A volte questi pazienti presentano fastidi cervicali, ma a questo livello non hanno alcuna limitazione e il loro problema è in realtà toracico.

Cosa fare se il torace non si riesce a manipolare ?

In alcuni casi possiamo “forzare” la manipolazione ma la percentuale di insuccesso è elevata, inoltre si viene a meno al principio fondamentale del confort, ovvero all’imperativo di essere poco invasivi sia a livello tissutale che psicologico. L’utilizzo delle tecniche deep-tissue può essere di ausilio ma presenta il limite che il paziente dovrebbe essere trattato in studio ripetutamente prima di ottenere un miglioramento tangibile che permette di agire poi con la manipolazione. Lo stesso dicasi per le teniche di mobilizzazione, tipo trattamento osteopatico generale (TOG). Sicuramente una valutazione del diaframma e dei visceri con eventuale trattamento può essere d’ausilio. Anche il Foam Roller, o rullo miofasiale, rappresenta un valido ausilio.

manipolazione vertebrale toracica

Uso del foamroller per riuscire a manipolare il torace agevolmente

Il paziente tra una seduta e la successiva può essere indirizzato ad uno studio fitness per essere “ammorbidito”, oppure può essere il terapista che educa il paziente all’utilizzo domiciliare, considerato il costo irrisorio dell’attrezzo. Si intuisce che l’utilizzo del foam roller può rappresentare ua soluzione efficace in termini di praticità e risultato. Proprio ieri abbiamo manipolato una paziente prima “immanipolabile”,  che dopo 6 sedute pilates e foam roller è cambiata profondamente. La manipolazione è entrata in maniera egevole e a più livelli, cosa prima impensabile, e senza bisogno di preparazione con mobilizzazione o tecniche diaframmatiche. L’obiettivo di dare uno stimolo manipolativo neuroregolatorio è stato infine raggiunto.

Conclusioni

L’utilizzo di attrezzi e metodologie sinergiche alla manipolazione vertebrale, come il caso del foam roller, può rappresentare un valido ausilio per i terpasiti manuali. Il concetto di terpia e di presa in carico del paziente assume oggi una concezione sempre più pluridimensionale in un contesto di equipe. Naturalmente, nel caso del rachide toracico occorre accertarsi che il paziente non presenti dismorfismi strutturali, come scoliosi o dorso curvo. In questi casi la manipolazione e la mobilizzazione non sono consigliate e il problema deve essere preso in carico in altra maniera.

Articolo a cura di:
Fabio Perissinotti D.O., Osteopata & Spinal Manipulation Specialist [Lugano, CH]

Risorse utili per l’utilizzo del foamroller e per la tecnica delle manipolazioni toraciche

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Manipolazioni cervicali in trazione: SI o NO?

Analisi dell’utilizzo della manipolazione cervicale in trazione

Premessa sulle manipolazioni cervicali in trazione

La tecnica di thrust cervicale in trazione esiste da sempre e può essere effettuata a mano libera, con presa occipitale e rinforzo mentoniero, oppure sfruttando un asciugamano arrotolato e fatto passare introno al collo e sotto al mento.
La tecnica è rimasta lì, tra luce e ombre, fino a quando, di recente, un chiropratico americano ha avuto l’idea semplice e geniale di creare un attrezzo che favorisse l’aggancio cervicale allungando la leva e rendendola così più facile da eseguire.
Nel giro di poco tempo i social si sono riempiti di video di “strappi” cervicali e relative reazioni di stupore dei pazienti. Insomma, una maniera molto spettacolare e americana di proporre questo semplice ausilio alla manipolazione vertebrale cervicale.
La domanda sorge naturale e spontanea: serve, oppure è solo show? E ancora, può essere pericolosa?
Per rispondere dobbiamo procedere per passi successivi e analizzare ogni particolare.

Manipolazione cervicale trazione

Fisiologia delle manipolazioni HVLA

Come prima cosa occorre ricordare la fisiologia della manipolazione HVLA spinale.
Oggi sappiamo che la visione esclusivamente meccanica della manipolazione vertebrale è limitata. Infatti, altri meccanismi neurofisiologici sono chiamati in causa in seguito all’azione meccanica apportata dal terapista, ed essi agiscono sia a livello periferico che midollare e sovraspinale.
Rimane ancora poco chiaro dove inizia l’effetto meccanico e dove inizia quello neurogeno/endocrino e, sopratutto, come essi si rapportino/integrino tra loro a seconda della zona manipolata e delle problematiche manifestate dal paziente.

Azione della tecnica di manipolazione cervicale in trazione

La trazione provoca una cavitazione normalmente plurisegmentaria che chiama quasi sempre in causa il tratto cervicale alto e può estendersi più sotto, anche per diversi livelli vertebrali.
La risposta del paziente in seguito alla manipolazione è quella tipica dei thrust cervicali e plurisegmentari, ovvero c’è un’immediata e forte risposta neurovegetativa, facilmente osservabile dai segni tipici a livello circolatorio, pupillare e di sudorazione.
Come sempre accade con l’intervento manipolatorio, più il paziente ne ha bisogno, o più il paziente è sensibile individualmente, e maggiore sarà la risposta descritta. Entrano inoltre in gioco, a modulare la risposta, fattori di tipo psicoaffettivo.
La caratteristica primaria di questa tipologia di manipolazione è che non c’è alcun impegno delle classiche leve in lateroflessione e rotazione.

Perché dovrei utilizzare questa tecnica?

Esistono altre tecniche manipolatorie in grado di operare sulla cervicale offrendo risposte plurisegmentarie e neurovegetative potenti. Vale la pena ricordare che i thrust plurisegmentari sembrerebbero offrire diversi vantaggi, in quanto hanno una risposta neurogena sovraspinale superiore rispetto al monosegmentario, così come un maggior rilascio della muscolatura mediata dalla risposta del pool motoneuronale.
Inoltre, è risaputo che i test non sono in grado di identificare con sufficiente attendibilità l’ipotetico stage vertebrale da manipolare.
Includere almeno tre vertebre nella manipolazione permette con maggior sicurezza di includere l’ipotetico stage vertebrale target.
Alcuni pazienti non possono essere a manipolati perché troppo rigidi o troppo lassi (non instabili, lassi).
Essi però necessitano lo stimolo neuronale indotto dal thrust e la manipolazione senza impegno di leve in latero-flessione e rotazione generalmente ha una percentuale di riuscita maggiore.
Inoltre, la trazione è, in alcuni pazienti, l’unica drive line che non provoca risposte antalgiche (via del non dolore) e che non stressa le strutture algogene intra e periarticolari.
Ecco allora che la trazione HVLA potrebbe avere ragione d’essere in funzione:
– della risposta neurogena elevata legata alla plurisegmentarietà
– dell’impegno fuori leva che permette di ovviare a tissularità eccessivamente rigide o lasse
– dell’impegno fuori leva che permette di ottenere una via del non dolore, là dove le classiche leve in lateroflessione e rotatione possono generare dolore premanipolativo.

Nevralgie alte

Ogni problema andrebbe inquadrato sul paziente, sopratutto quando lavoriamo in campi delicati come quello delle nevralgie e delle cefalee. È vero che la manipolazione del tratto alto C0-C1-C2 può rappresentare una scelta terapeutica e che la manipolazione in trazione può rappresentare un ausilio da considerare in virtù di quanto sopra analizzato.

La manipolazione cervicale in trazione è pericolosa?

La letteratura scientifica ha evidenziato come il rischio vascolare in caso di manipolazioine vertebrale sia irrisorio e assolutamente minore rispetto ad altre pratiche terapeutiche utilizzate normalmente per il trattamento della cervicalgia. Il pericolo non è nel mezzo manipolatorio ma, al limite, nell’inadempienza da parte del terapista nell’effettuare una corretta anamnesi, nell’individuare i fattori di rischio e le red flags e non ponderare correttamente il rapporto rischio/beneficio.
Ad ogni modo, l’impostazione tecnica normalmente sconsigliata per evitare di stressare l’arteria vertebrale è quella che associa l’iperestensione cervicale alla rotazione e risulta evidente come nella manipolazione in trazione non sono impegnati entrambe i parametri citati.
A livello di rapporto rischio/beneficio la manipolazione in trazione deve essere quindi inquadrata alla pari delle altre manipolazioni cervicali e la questione che maggiormente conta nella sua applicazione è la competenza clinica del terapista.
La forte risposta vegetativa che normalmente caratterizza questa tecnica la rende invece inadatta a quei pazienti che potrebbero non essere in grado di gestire la risposta emozionale e/o che facilmente vanno incontro a effetti minori transitori (nausea, capogiro, stanchezza eccessiva). Questa manipolazione è inoltre controindicata in caso di iperlassità articolare e nelle sequele da distorsione cervicale (Colpo di frusta).

Concludendo

Ogni intervento va ponderato in base alla clinica del paziente, individuando minuziosamente red-flag e controindicazioni relative e assolute. Detto ciò, è chiaro che la manipolazione in trazione come si vede fare su internet è una forma di spettacolarizzazione fine a se stessa e che rischia di essere mal interpretata, purtroppo anche dagli addetti del settore.
Ciò nonostante, alla luce di quanto abbiamo visto fin qui, occorre forse non essere così tranchant nel giudicarla inutile e pericolosa. Ogni mezzo e ogni strategia di intervento va sempre ponderata e inquadrata nel contesto clinico.

Articolo a cura di:
Fabio Perissinotti D.O., Osteopata & Spinal Manipulation Specialist [Lugano, CH]

Risorse video per la manipolazione cervicale in trazione

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