Modello integrato nella manipolazione vertebrale

L’Evidence Based Practice è oggi, a ragione, il modello guida nella presa in carico dei pazienti. Questo modello da solo presenta però dei limiti e non è sufficiente per essere operativi nell’utilizzo delle manipolazioni vertebrali. Come possiamo ovviare a questa situazione?

Proposta di un modello ad approccio integrato nella manipolazione vertebrale (Fabio Perissinotti)
L’approccio integrato nasce dall’osservazione dei limiti della EBP che possono essere ovviati se viene integrata con altri approcci (Attenzione non sostituita!) coordinati dall’expertise del clinico.

L’EBP rimane l’orientamento di partenza

L’Evidence Based Practice, ovvero la presa in carico dei pazienti basata sulle migliori prove cliniche di efficacia, ha apportato a partire dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso un contributo fondamentale nel tentativo di oggettivare l’operato dei professionisti sanitari e di migliorare la prevedibilità degli outcome in seguito a specifiche terapie. Tuttavia, allo stato attuale, essa non è sufficiente da sola a giustificare l’operato sanitario e nella fattispecie l’approccio clinico in terapia manuale. Vi sono dei limiti, ad oggi non superati, riguardanti i risultati delle metodologie di indagine clinica in relazione a diversi fattori, non ultimi anche se non unici, la mancanza di un eziopatologia certa di molte problematiche muscoloscheletriche affrontate in terapia manuale, si pensi per esempio al NSLBP on NSNP, e la difficoltà di individuare e misurare l’influenza dei fattori contestuali sull’outcome.

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Meccanica delle manipolazioni vertebrali: forza o velocità?

La tecnica delle manipolazioni vertebrali HVLA prevede per definizione alta velocità e poca forza?


Il sinonimo di manipolazione vertebrale è HVLA, ovvero High Velocity and Low Amplitude, ovvero tecnica ad alta velocità e bassa ampiezza. E’ opinione comune, e così viene insegnato, che una manipolazione corretta debba essere eseguita rapidamente e senza forza. Sicuramente il concetto di mettere in primo piano la rapidità esecutiva è giusto ma, a ben vedere, così espresso non rispetta i principi della meccanica.

Manipolare un tessuto significa applicarvi una forza
La manipolazione vertebrale (E la terapia manuale in genere) per definizione è l’applicazione di una forza sui tessuti del paziente, quindi la forza è implicata nella manovra e per esprimerla si sfrutta normalmente la componente di accelerazione per ragioni pratiche come visto nel paragrafo precedente. Occorre però ricordare la formula della forza, ovvero:

La Forza è uguale a Massa x Accelerazione (F=m x a)
con F e a aventi stessa direzione e verso.

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Manipolazione vertebrale e concetto fondamentale di barriera

Il concetto di barriera è fondamentale per comprendere la tecnica delle manipolazioni vertebrali

Introduzione: elementi anatomici in continuità
Per introdurre i principi tecnici della manipolazione vertebrale occorre, come prima cosa, rimarcare la presenza dei seguenti elementi anatomici che sono in continuità sia strutturale che funzionale:

  • Muscolo
  • Tendine
  • Capsula
  • Legamenti
  • Fasce

Concetto di barriera nelle manipolazioni vertebrali


Possiamo allora introdurre il concetto di barriera e comprendere in quale range anatomico si concretizza la manovra di thrust vertebrale. Applicando una forza di stiramento al complesso tissutale descritto nel paragrafo precedente, potremo identificare alcune barriere successive:

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Consigli a distanza su come manipolare i pazienti

E’ possibile e ha senso dare consigli a distanza su come manipolare i pazienti?

Queste riflessioni nascono da una serie di situazioni reali e occorre fare una premessa: il confronto tra terapisti è importante e permette di crescere e incrementare l’expertise clinica di ciascuno dei partecipanti. Detto ciò, consigliare a distanza può presentare alcune criticità.

Le tre criticità dei consigli a distanza sulla manipolazione vertebrale

  1. Il terapista che consiglia si confronta verbalmente con il collega riguardo all’anamnesi, raccogliendo diversi dati, sia pur filtrati. L’esame obiettivo rimane però impossibile a distanza e questa sezione di ispezione, osservazione e palpazione è invece fondamentale per inquadrare il paziente in termini tissutali e strutturali. Viene quindi a mancare un elemento piuttosto centrale nella possibile scelta manipolativa.
  2. L’aspetto comunicativo, il rapporto terapista-paziente, l’instaurazione dell’alleanza terapeutica, insomma il contesto biopiscosociale, è ormai appurato che sono elementi portanti si qualsiasi terapia e risposta alla terapia, comprese le manipolazioni vertebrali. Chiaramente nel consiglio a distanza viene a mancare anche questa condizione.
  3. Spesso, il consiglio è chiesto dai colleghi terapisti quando si trovano innanzi a casi “difficili”, ovvero a casi che non rientrano nella normalità. Questi casi clinici si riferiscono a pazienti situati ai margini della media e che per definizione hanno delle risposte e degli outcome particolari e poco prevedibili. Ecco che assumersi la responsabilità di dare una valutazione a distanza e un consiglio può nascondere delle insidie “imprevedibili”.

 

Autore: Fabio Perissinotti D.O., m-FT, MSc. Sport Physio, BSc. SS.
Direttore Spinal Manipulation Academy

 

E’ utile monitorare l’esercizio fisico dopo la seduta di manipolazioni vertebrali?

Manipolazioni vertebrali, lombalgia e esercizio fisico

Ruolo delle manipolazioni vertebrali nella lombagia non specifica

Il ruolo delle manipolazioni vertebrali nel mal di schiena non specifico (NSLBP, Non Specific Low Back Pain) deve essere ancora chiarito. Le Clinical Prediction Rules propendono per un ruolo più importante quando il mal di schiena è acuto, ovvero è presente da non oltre due settimane. Le linee guida propendono per un miglior risultato associando manipolazioni vertebrali ad esercizio fisico.

E’ utile monitorare l’esercizio fisico dopo le manipolazioni vertebrali?

Molti terapisti propongono ai pazienti esercizi fisici, di varia natura, in associazione al loro trattamento manipolativo. A volte si tratta di esercizi eseguiti nello studio del terapista, altre volte insegnati in altri dipartimenti negli studi polispecialistici, sotto la supervisione di un’altro terapista, e non ultimo si tratta di esercizi eseguiti come “compito a casa” dal paziente, tra una seduta di manipolazione e la successiva.
Purtroppo, anche riguardo al capitolo esercizi, ovvero quali e quante volte, le evidenze scientifiche sono deficitarie. Il dato più oggettivo in questa direzione è quello che indica come l’esercizio per essere efficace dovrebbe andare incontro alle preferenze del paziente.
In alcuni contesti è possibile offrire un servizio di coaching sull’esercizio fisico, spesso in aggiunta ad un monitoraggio di alcuni parametri fisici a mezzo di macchinari che, mediamente, hanno un costo piuttosto ingente. Alla base di questa filosofia vige la convinzione che l’attività di coaching e il monitoraggio offrirebbero un potenziamento dell’outcome positivo. In effetti si tratta di un ragionamento piuttosto intuitivo: più ti seguo e maggiori saranno i risultati. Una recente pubblicazione però sembrerebbe smentire questa formula nel trattamento della lombagia non specifica. Lo studio di Oliveira e al. è giunto infatti alla conclusione che un attività di coaching sull’esercizio fisico e una di monitoraggio (feedback) non hanno dato risultato superiore nell’outcome, se paragonati alla prescrizione dell’esercizio fisico con sola educazione del paziente.

Conclusioni

L’importanza dell’esercizio fisico associato alle manipolazioni vertebrali non è messa in discussione. Occorre però riflettere sull’opportunità di investire in sedute personalizzate e attrezzature costose al fine di migliorare la propria offerta terapeutica. Tutto questo infatti si riflette sui costi e sull’impegno di tempo, sia per il terapista che per il paziente, e come visto non sembrerebbe apportare miglioramenti tangibili.

Autore: Fabio Perissinotti D.O., m-FT, MSc. Sport Physio, BSc. SS.
Direttore Spinal Manipulation Academy

 

 

 

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